Lo studio PAT. sperimenta con l’esperienza visiva e guarda all’arte per rinnovare lo spazio di un studio legale, decostruendo una suddivisione rigida con solidi primari e unità di colore.
Lo spazio d’ingresso di uno studio legale di Torino è stato trasformato in un ambiente ibrido multifunzionale: un ufficio amministrativo ma anche luogo di accoglienza, relax e attesa. Sembra una galleria d’arte il progetto dello studio PAT. , che ha lavorato su superfici e volumi per interpretare e modellare lo spazio in modo originale, dando forma in 36 mq a passaggi e percorsi che prima non esistevano. Originariamente infatti ad accogliere chi entrava nello studio era il muro spoglio di un corridoio, con dietro due ambienti separati.
Lo studio ha demolito le partizioni e inserito una serie di volumi in legno laccato di diverse cromie, sperimentando radicalmente la potenza dell’esperienza visiva. Il progetto guarda al white cube dell’arte contemporanea, quello spazio dove inserire volumi puri, unità di colore astratte e al contempo materiali.
Lo spazio del lavoro è allora spazio d’arte, dove vari elementi “atterrano” interagendo con l’ambiente e la luce. I cinque volumi, utili a diverse funzioni, si ispirano agli agli specific objects evocati da Donald Judd. Un solido dorato per il welcome desk, due pilastri blu per i server e l’angolo caffè, una geometria verde petrolio per nascondere due scrivanie di back office, un pannello blu per le stampanti tracciano un’inedita suddivisione spaziale.