Venerdì 19 aprile 2024, presso la “Sala Grande” del Circolo dei Lettori di Torino, si è tenuto l’interessante seminario (in presenza e webinar) “Digitalizzazione ed intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione e nella Giustizia Amministrativa”, organizzato dallo Studio Legale Dal Piaz e da Sentenzeappalti.it: un’occasione per riflettere sulle applicazioni pratiche dei sistemi di A.I. nelle attività e nei servizi della Pubblica Amministrazione, sul rapporto tra Giustizia ed intelligenza artificiale, nonchè sulla digitalizzazione del settore degli appalti pubblici, evidenziandone vantaggi e criticità.
Regolamento UE “A.I. Act”
L’Avv. Francesco DAL PIAZ ha dato inizio all’incontro con una breve ma approfondita disamina del nuovo “Artificial Intelligence Act”.
Approvato dal Parlamento europeo – nella sua versione definitiva – in data 13 marzo 2024, l’ “A.I. Act” costituisce il primo Regolamento al mondo sull’A.I., definendo come tale “un sistema automatizzato progettato per funzionare con livelli di autonomia variabili e che può presentare adattabilità dopo la diffusione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dall’input che riceve come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali” (art. 3 A.I. Act).
Composto da 180 Considerando, 113 Articoli, e 13 Allegati, il Regolamento si pone come obiettivo il miglioramento del funzionamento del mercato europeo, promuovendo la diffusione di un’intelligenza artificiale antropocentrica e affidabile, e garantendo nel contempo, attraverso l’istituzione di un quadro giuridico uniforme, la tutela della salute e della sicurezza, ed il rispetto dei diritti fondamentali.
A tal fine, l’Unione Europea pone, per la prima volta nella storia, dei limiti all’utilizzo delle tecniche di intelligenza artificiale.
Il sistema previsto dall’ “A.I. Act”, infatti, si basa su un approccio “risk – based” (maggiore rischio = maggiori limiti, obblighi, responsabilità), suddividendo i sistemi di A.I. in tre tipologie di rischio: (i) inaccettabile (sistemi espressamente vietati, quali, ad esempio, quelli comportanti tecniche di manipolazione comportamentale e cognitiva); (ii) alto (sistemi che possono compromettere la salute, la sicurezza, o i diritti fondamentali delle persone, e che richiedono, dunque, un utilizzo subordinato al rispetto di alcuni requisiti minimi ed alla realizzazione di un sistema di gestione dei rischi); (iii) basso (sistemi tenuti al rispetto di meri obblighi di trasparenza e di informazioni, come Chat GPT o software anti-spam).
Particolari obblighi vengono imposti all’utilizzo di sistemi di A.I. c.d. “generativa” – che necessitano di grandi dataset per il loro addestramento – poiché presentano evidenti problemi in relazione alla tutela della proprietà intellettuale; in relazione al loro utilizzo, l’UE prevede che l’attività di estrazione dei dati possa avvenire solo quando l’uso per tali fini non sia stato riservato in modo espresso dai titolari. E’ consentita, invece, l’estrazione per attività legate a scopi scientifici, anche se, in ogni caso, l’accesso alle opere deve essere avvenuto legittimamente.
Ruolo chiave nell’attuazione del Regolamento viene attribuito all’Ufficio per l’A.I., istituito all’interno della Commissione europea con il compito di garantire un approccio europeo strategico uniforme. In particolare, l’Ufficio (che verrà peraltro affiancato da un Comitato scientifico di esperti indipendenti) avrà il compito di supervisionare i modelli di A.I. più avanzati e contribuire a promuovere standard e pratiche di test con regole comuni per tutti gli Stati membri; sarà, inoltre, titolare di una potestà sanzionatoria.
Restano espressamente esclusi dal campo di applicazione dell’A.I. Act i sistemi utilizzati per scopi militari, di difesa e di sicurezza nazionale (di esclusiva competenza degli Stati membri), di ricerca e sviluppo scientifico, e quelli utilizzati da persone fisiche per fini non professionali.
Il Regolamento, dalla portata davvero innovativa nel panorama giuridico mondiale, entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione sulla GUUE, ma la relativa disciplina si applicherà solo due anni dopo.
Uso ed applicazioni pratiche dell’A.I. nelle attività e nei servizi delle P.A.
L’Ing. Francesco MENEGHETTI (CEO di fabbricadigitale S.r.l. e Mindicity S.r.l.) ha illustrato alcune applicazioni pratiche dell’A.I. con riferimento alle attività e ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni.
In particolare, l’Ing. MENEGHETTI ha dimostrato come le piattaforme di Urban Intelligence (quale Mindicity), sfruttando proprio le tecnologie dell’intelligenza artificiale (ad es. Computer Vision, Machine Learning, Natural Language Processing) sono in grado di gestire tutti i dati di una Città, correlandoli ed applicando i più moderni paradigmi della City Science, al fine di conoscere, interpretare, predire e simulare i fenomeni che interessano la Città in quanto organismo articolato e complesso, con l’obiettivo finale di compiere scelte di indirizzo consapevoli e di migliorare la qualità della vita degli abitanti.
Tali piattaforme sono utilizzate, ad esempio, per dar vita alla Smart Control Room, un progetto di successo che consente il monitoraggio completo ed efficiente della Città di Venezia: la Smart Control Room, infatti, utilizza una piattaforma tecnologica in grado di raccogliere dati da tutti i sistemi della Città e, tramite tecnologie di avanguardia, li rende disponibili agli amministratori ed agli operatori che possono, così, effettuare analisi predittive e simulazioni.
I dati raccolti provengono non solo da strutture operative e sensori, ma anche dalla rete telefonica e dalle videocamere intelligenti installate in città; essi vengono poi elaborati dalla piattaforma, che è così in grado di restituire agli operatori informazioni sia in tempo reale che storiche, consentendo di avere in ogni momento il controllo della situazione, con particolare riferimento alla sicurezza ed alla mobilità, di verificare esigenze e di adottare strategie di sicurezza in tempo utile, affinché si possano prevenire situazioni di pericolo.
Altro esempio di A.I. è Umarèll, l’intelligenza artificiale incorporata nell’Applicazione “Cantieri”; consiste in un assistente virtuale in grado di fornire all’utente, previa formulazione di domande specifiche (tramite la chat o l’uso del microfono), informazioni precise sui cantieri esistenti all’interno di una Città; ad oggi, il progetto è stato portato a compimento con riferimento alla città di Mantova (App. “Cantieri Mantova”), ma è evidente come esso rappresenti un punto di svolta nell’innovazione tecnologica del settore pubblico e un passo significativo verso la transizione che mira a rendere l’A.I. una realtà tangibile per tutti i cittadini.
Soluzioni “data driven”
Il Dott. Giacomo LORUSSO (CEO di JAKALA Civitas S.p.a. e Managing Director di JAKALA S.p.a.), ha mostrato come alcune soluzioni “data driven”, basate su dati legati a territori e popolazione, siano utili per rafforzare la capacità decisionale e la digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni.
In questo contesto, JAKALA Civitas rappresenta il più esteso database microterritoriale disponibile in Italia, con oltre 900 indicatori e un milione di Punti di Interesse in grado di profilare ciascuna sezione di censimento del territorio italiano; l’obiettivo finale è quello di abilitare e supportare la transizione verso il digitale del settore pubblico, rivolgendosi principalmente alla Pubblica Amministrazione Centrale, Locale e al mondo della Sanità.
La value proposition di JAKALA Civitas “Territori Intelligenti” offre soluzioni basate su dati geografici, legati al territorio ed alla popolazione: attraverso l’analisi di tali dati, infatti, si possono generare strategie per migliorare la sicurezza pubblica, guidare al meglio la pianificazione urbana e territoriale, offrire servizi innovativi, sostenibili ed accessibili, e promuovere una gestione efficiente delle risorse.
Attraverso lo sviluppo del Progetto “Territori Intelligenti” è stato strutturato un ecosistema informativo capace di fornire un’analisi complessiva di comportamenti, viabilità, impatto ambientale, e caratteristiche sociodemografiche della popolazione che gravita in un territorio di riferimento.
L’approccio del sistema è riassumibile in due step:
– 1) reperimento del maggior numero possibile di informazioni geografiche (un lavoro costante e massivo di raccolta, aggiornamento, ed integrazione del Data Lab Jakala);
– 2) processazione di tutti i dati (lavoro sinergico di ricerca della qualità del dato, corretta attribuzione territoriale, rimozione di errori e comprensione delle anomalie).
Le criticità della digitalizzazione delle procedure degli appalti pubblici
L’ Avv. Francesco RUSSO ha trattato il tema della digitalizzazione delle procedure di gara e di tutte le attività collaterali connesse, che si pone come “la grande sfida” del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023), sulla scia della strada intrapresa dal Codice dell’amministrazione digitale (D.Lgs. 82/2005), finalizzata ad una graduale trasformazione digitale delle attività pubbliche e private e delle relative transazioni, garantendo così una maggiore efficienza e produttività, una migliore tracciabilità e trasparenza, una riduzione degli errori umani, una partecipazione semplificata, e la promozione della concorrenza.
L’aspirazione della riforma, dunque, è quella di riuscire a gestire il c.d. “ciclo di vita digitale” dei contratti pubblici (programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione), ossia gestire tutte le attività relative al procedimento di formazione delle gare e dei contratti pubblici in forma digitale.
A tal fine, sono state introdotte alcune modifiche al sistema normativo previgente: ad es. l’obbligo della pubblicità legale per le stazioni appaltanti deve ora essere assolto mediante la Piattaforma per la pubblicità legale e non più attraverso la Gazzetta Ufficiale.
Viene inoltre delineato un vero e proprio “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale”, i cui pilastri sono: la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (BDNCP) – vero centro propulsore del modello di e-procurement nazionale -; il Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE); l’Anagrafe digitale degli operatori economici; la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND); la Piattaforma contratti pubblici (PCP); le Piattaforme di approvvigionamento digitale (PAD); la Piattaforma unica per la trasparenza presso l’ANAC (PUT); il casellario informatico.
Tuttavia, tale trasformazione si scontra, inevitabilmente, con la complessità dell’adeguamento tecnologico, con il necessario cambiamento culturale e con l’esigenza di formare adeguatamente il personale.
L’accesso con il solo SPID, ad esempio, crea difficoltà a tradurre operativamente sulle piattaforme un lavoro di tipo collegiale da parte dell’Ufficio, obbligando il RUP ad essere presente per passaggi istruttori – preparatori come l’estrazione del CIG.
E’ importante, inoltre, assicurare la piena applicazione del principio dell’unicità dell’invio (prevista all’art. 19, comma 2, del Codice) poiché, nella fase attuale, permane la necessità di inserire i dati più volte in molti passaggi delle procedure.
Numerose Amministrazioni, poi, denunciano che la piattaforma PCP funziona “a singhiozzo”, presentando errori nell’accesso.
A fronte di questi e di altri innumerevoli problemi, per migliorare l’efficienza le stazioni appaltanti provvedono, ove possibile, ad automatizzare le proprie attività ricorrendo a soluzioni tecnologiche, ivi incluse l’intelligenza artificiale e le tecnologie di registri distribuiti, nel rispetto delle specifiche disposizioni in materia, nonché dei principi di: conoscibilità e comprensibilità, non esclusività della decisione algoritmica (ossia la necessaria presenza di un contributo umano per controllare, validare o smentire la decisione) e non discriminazione algoritmica.
Premiazione vincitori dell’edizione 2023 del Premio Nazionale Prof. Avv. Claudio DAL PIAZ
A chiusura del seminario ha avuto luogo la premiazione dell’edizione 2023 del Premio Nazionale Prof. Avv. Claudio DAL PIAZ, dedicato alle migliori tesi di Diritto Amministrativo.
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Dal Piaz Conform, fondata nel 2017 dall’Avv. Francesco DAL PIAZ in memoria del padre, al fine di dare un sostegno concreto a studenti, neolaureati ed avvocati che vogliano approfondire e sviluppare le competenze e la carriera nell’ambito del Diritto Amministrativo, nonché per diffondere e sostenere la passione per la materia della quale il fondatore dello Studio Legale Dal Piaz è stato tra i primi fautori in Italia e massimo esperto.
Il Comitato Scientifico del Premio aveva individuato, per l’anno 2023, il tema “Digitalizzazione ed Intelligenza artificiale nella P.A. o nella Giustizia Amministrativa”, coerentemente con lo spirito che alimenta l’Associazione: coltivare il ricordo del passato con uno sguardo attento alle sfide del futuro.
Il primo posto è stato assegnato al Dott. Daniele DIACO (Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro – Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia) autore della tesi intitolata “ALLA RICERCA DELL’HUMANITAS PERDUTA: LUCI ED OMBRE DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO AUTOMATIZZATO”.
Al secondo posto il Dott. Giovanni BOTTO (Università di Genova, Scuola di Scienze Sociali Dipartimento di Giurisprudenza) autore della tesi “INTELLIGENZA ARTIFICIALE E PROCESSO AMMINISTRATIVO”.
La Dott.sa Martina SIRONI (Università degli Studi Milano – Bicocca, Facoltà di Giurisprudenza) si è aggiudicata il terzo posto grazie alla tesi dal titolo “L’UTILIZZO DEGLI ALGORITMI NELL’ ATTIVITA’ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE”.
I tre vincitori hanno messo in luce i dubbi sollevati dall’uso delle tecniche di intelligenza artificiale nell’ambito del processo, del procedimento amministrativo, e di quei procedimenti di risoluzione alternativa della controversia (c.d. “ADR” / “ODR”), evidenziando come una giustizia “automatizzata”, affidata solo ed esclusivamente al calcolo algoritmico, possa fortemente compromettere le esigenze di equità, non discriminazione, e rispetto dei diritti fondamentali.
In previsione dello sviluppo e dell’applicazione dell’A.I. anche in ambito processuale e di adozione dei provvedimenti amministrativi, la discussione finale ha evidenziato come rimane necessario garantire, in ogni campo della scienza (anche in quella giuridica / giudiziaria) una “riserva di umanità”, creando un rapporto di “collaborazione” tra l’uomo e la “macchina”, all’interno del quale l’intelligenza artificiale possa essere impiegata come ausilio e supporto all’attività umana, e non come sostituzione della stessa.
Un obiettivo troppo ambizioso da raggiungere?
Studio Legale DAL PIAZ